Per pensare al proprio futuro o a quello della propria famiglia, è importante sapere quali sono i passi più giusti da compiere, finanziariamente parlando, in modo che si potrà disporre di una discreta sommetta in caso di necessità.
Per rispondere a questa esigenza sono stati immessi sul mercato dei prodotti noti con il nome di Piani di Accumulo, il cui acronimo PAC, di sicuro sarà stato notato in qualche contratto o qualche pubblicità di compagnie assicurative.
Infatti, i piani di accumulo sono, per così dire, un prodotto ibrido, nato per essere appannaggio degli istituti di credito (i quali credevano di tutelarsi meglio dalle fluttuazioni dei titoli in Borsa) e passato poi al portfolio delle compagnie d’assicurazione.
Con un discreto successo, si potrebbe aggiungere, se si prende in considerazione il numero di nuove sottoscrizioni che si è avuto negli ultimi tempi, complice forse la crisi e il desiderio di “sentirsi al sicuro”.
Infatti, con i piani di accumulo si mette da parte un certo gruzzoletto che sarà rivalutato alla scadenza prevista, in base all’andamento dei fondi d’investimento comuni sottoscritti. I premi sono ricorrenti e incrementano il salvadanaio che, metaforicamente, potrà essere rotto in una volta sola oppure potrà essere svuotato con piccoli prelievi, come da preferenze dell’assicurato.